DENTRO, NO (2005)

Raccolse il pacco da terra, quasi volesse trattenere il tempo, lentamente. In quell'involto di carta straccia c'era molto del suo passato e tutto quanto il suo presente che stava per andare via.
Si chiamava amore, una volta.
Scosse la testa, come se mai fosse servito a qualcosa, poi si alzò e glielo porse.
Scusa, lo avevo dimenticato dietro il tavolo. Questo è tuo... Ma lui si era già girato e aveva cominciato a scendere le scale, le dita forti a scorrere sul corrimano di ardesia pitturata. Decise così di seguirlo, o meglio non lo decise affatto, ma lo fece. Ogni istante che passava era un istante in meno che avrebbero condiviso ma forse in qualche angolo del cielo c'era ancora una possibilità che ci ripensasse, che si girasse all'improvviso con il labbro fra i denti e gli occhi lucidi. Era già successo. Dio, fa che lo faccia, ti prego...
Scusa.
Basterebbe una parola. Ma sì, che importa... Girati, dai. Siamo stati bene insieme, vero?
La luce delle finestre sporche della scala rifletteva sui suoi capelli, come un flash sfocato. E' strano quando le cose precipitano che ci sia il sole fuori, vero? Si volse appena, ma non aveva gli occhi lucidi. Guarda che quel pacco non mi serve... Non importa, quella roba puoi tenerla anche tu... "Davvero? E cosa me ne faccio di altri ricordi di te?" Pensò ma disse no, sai, è meglio di no... E poi te l'ho portato giù fino ad adesso... Cosa vuoi che me lo riporti fino all'ultimo piano?
Ancora la luce sui capelli, abbaglianti come la lampadina del flash in quella foto sfocata in cui c'erano tutti e due che sorridevano con gli occhi chiusi, quella sulla tele... Perchè dopo il terzo piano arriva subito il secondo? Dov la logica della speranza? Il pacco cominciava a pesare, o forse era il fiato che si era fatto pesante, o il cuore che aveva finalmente smesso di battere?
Primo piano, maledizione. Per lo meno niente maledetta luce del sole, solo il neon dell'ingresso, sempre acceso. Ti ricordi amore quando lo abbiamo visto la prima volta? Pioveva, e faceva un freddo cane... Eravamo stati due ore in macchina... E i vetri appannati. Ricordi? Gli occhi fissi sulla sua schiena, lui che si china per raccogliere una borsa. Abbassa anche lei lo sguardo. Due o tre scatole di cartone chiuse con lo scotch da pacchi, quello con la scritta che ti lascia l'inchiostro sulle mani, un'altra borsa del supermercato e poi salendo ancora lui, che finalmente si volta.
C il sole, fuori. Dentro, no.

 

FINE



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